Una risoluzione approvata in Commissione 10ª (Industria, commercio, turismo) al Senato, impegna il Governo ad adottare misure per lo sblocco della situazione crediti fiscali legati al Superbonus 110%. Si tratta di una buona notizia, dopo giorni in cui si è parlato solo dell’esaurimento delle risorse finanziare a disposizione per l’importante incentivo.
Come osserva Lavoripubblici.it “A seguito delle misure introdotte nel 2022 a partire dal Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) la situazione nel comparto dell’edilizia privata ha cominciato ad ingarbugliarsi con una misura fiscale (il superbonus 110%) e degli interventi entrati ormai nell’immaginario collettivo senza più quell’alone di incertezza, paura o diffida che aveva caratterizzato il 2020 e che nel 2021, dal Decreto Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis), aveva cominciato a produrre numeri in continua crescita”
Cosa chiede la risoluzione approvata in Senato?
All’interno della risoluzione si chiede al governo di soddisfare a due “impegni”:
- Adottare, in tempi estremamente celeri, ogni opportuna iniziativa, anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110%, in particolare rendendo funzionale e pienamente utilizzabile il meccanismo della cessione del credito, consentendo così lo sblocco dei crediti d’imposta presenti nei cassetti fiscali delle medesime imprese;
- Ampliare la platea dei cessionari, prevedendo, tra l’altro, la possibilità per le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta derivanti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese, di cui al decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 aprile 2005, e anche valutando l’opportunità di coinvolgere Poste Italiane S.p.A. e Cassa depositi e prestiti.
Quale sarà il futuro del Superbonus 110%?
E’ chiaro che occorrerà comunque attendere le leggi di conversione del Decreto PNRR 2 e del Decreto Aiuti. Da ricordare, infatti, che fino ad oggi, in tutte le conversioni in legge il Governo ha utilizzato il voto di fiducia riducendo il ruolo del Parlamento a mera comparsa dell’attività legislativa. È chiaro che la risoluzione è un atto ufficiale del Parlamento che il Governo dovrà tenere in considerazione; ma è altrettanto lampante l’intolleranza di quest’ultimo nei confronti del superbonus 110% e della cessione del credito.